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Siria, Il coraggio dell’uomo magro

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Vi ricordate di Abu Maryam? Ricordate quell’uomo magro con i baffi neri? Basta cercare su Youtube “Bustan al Qasr”, il nome del suo quartiere ad Aleppo, e lo vedrete in quasi tutte le manifestazioni.

Magro, pacifico, non n’è rimasto mai zitto di fronte alle bande islamiste. Nonostante gli islamisti abbiano soldi e possano comprare tutto e approfittare della fame della gente, non ha mai accettato di vendersi.

Le bombe del regime attaccavano le manfestazioni pacifiche a Bustan al Qasr. Abu Maryam continuava la sua lotta contro il regime e si è trovato poi davanti i ladroni della rivoluzione.

Non ha avuto paura, anche se tante volte era da solo. Diceva: Vogliono fare uno Stato islamico. Ci hanno detto che vogliono combattere contro il regime, ma stanno combattendo contro di noi. Ci dicono che ci daranno pane, elettricità e acqua, ma noi queste cose ce le avevamo sotto Bashar. Noi non vogliamo né pane né acqua, noi vogliamo un po’ di dignità e libertà. Per questo, per favore, provate a capire, non accetteremo mai un Stato che non rispetta la volontà del popolo. Se pensate che siamo stanchi, sbagliate. Noi sappiamo che la rivoluzione vera non è ancora cominciata. E se mi dite che siete “l’autorità legittima”, vi dico no, siamo noi l’autorità legittima. E se mi chiedete chi siamo noi, vi rispondo: “Noi siamo il popolo siriano libero!”.

Abu Maryam è da un mese in una prigione dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.

Il suo profilo Facebook è pieno di messaggi di solidarietà di amici, perché lui, l’uomo magro, li ha protetti. Non con le armi, ma con lo sguardo e il cuore di uno che ha fatto scoppiare questa rivoluzione. E che la vede come la cosa più sacra nella vita.


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